Chi non ha mai sentito parlare di olio di palma? Quest’olio è oggetto di discussioni molto frequenti sia tra chi si interessa all’argomento “salute e alimentazione” da molto vicino e sia tra chi a queste tematiche non è molto orientato.
L’interesse diffuso si spiega per vari motivi, primo tra tutti l’utilizzo di questo elemento in moltissimi prodotti alimentari di produzione industriale che quotidianamente utilizziamo, dai biscotti alle varie creme al cioccolato spalmabili.
Sul tema da pochi giorni ci sono state due importanti svolte. La prima è la comunicazione da parte dell’ EFSA (European Food Safety Authority) che ha stabilito, dopo uno studio decennale e molto accurato, che l’olio di palma è dannoso per la salute, soprattutto per quella dei bambini.
La seconda importantissima notizia è che le grandi multinazionali dell’alimentazione conoscevano questo dato già dal 2009. Lo testimonia il report di un convegno tenutosi appunto il 21-22 aprile del 2009 a Praga che aveva per tema proprio i “contaminanti” frutto dei processi di trasformazione dei cibi e le strategie per ridurli al minimo. Tra le varie sostanze tossiche trattate nel congresso c’era anche il 3-Mcpd, ossia il 3-monocloropropandiolo e suoi esteri degli acidi grassi. Una sostanza tossica che si sprigiona quando gli oli vegetali – e soprattutto quello di palma – sono sottoposti a raffinazione ad alte temperature (200°C).
Dal convegno di Praga poi sono emerse altre conclusioni come quella secondo cui non è possibile la produzione di grassi a base di palma a basso contenuto di esteri Mcpd. L’Efsa nel suo studio, infatti, ha sottolineato che “i livelli di 3-Mcpd e dei suoi esteri degli acidi grassi negli oli vegetali” e in particolare nel palma “sono rimasti in gran parte invariati nel corso degli ultimi cinque anni“. E per questo ha dimezzato la dose giornaliera tollerabile (DGT), portandola a 0,8 microgrammi per chilogrammo di peso corporeo al giorno.
Se da un lato quindi è acclarato che l’olio di palma è dannoso per la salute, dall’altra dobbiamo segnalare che sempre più si allunga la lista dei produttori, spesso piccoli, che hanno deciso di abbandonare l’utilizzo di questo prodotto. Ma questo sarà il tema di un nostro prossimo post!