Vi informiamo su un’interessante indagine realizzata dall’Istituto di ricerca Doxa per Italmopa che ha come oggetto ‘Gli italiani e le farine’. Per il 42% degli intervistati sono i programmi televisivi il canale tramite cui si informa per scegliere quali alimenti consumare. Un dato da non sottovalutare e che mette in evidenza, ulteriormente, la forza, ma soprattutto la responsabilità, che oggi i mezzi di comunicazione, in particolare televisivi, detengono di fronte a certi temi.
”I risultati dell’indagine Doxa – commenta Ivano Vacondio, presidente Italmopa– nel complesso, sottolineano una problematicità che avevamo riscontrato da tempo: l’informazione non
equilibrata e non corretta di alcuni mass media sta creando nel consumatore dubbi e, a volte, ingiustificati allarmismi. Emerge, infatti, una grande e preoccupante ignoranza sulla filiera farina”.
“E’ emblematico il fatto che ben il 55% degli intervistati associno la farina di frumento tenero alla pasta, che notoriamente è invece prodotta con le semole di frumento duro, e che il 65% ritenga che l’Italia importi una quantità rilevante di farina da altri Paesi, mentre le importazioni di farine costituiscono circa lo 0,2% del loro utilizzo totale”, aggiunge.
“Bisogna smetterla – avverte Vacondio – di demonizzare sempre e comunque le importazioni: un atteggiamento certamente dannoso per l’industria molitoria e l’intera filiera cerealicola ma, sopratutto, irrispettoso nei riguardi dei consumatori. Perché non evidenziare, invece, l’impareggiabile e straordinaria abilità dei nostri mugnai a individuare, selezionare, miscelare le
varietà più pregiate di frumento, qualsiasi siano le loro origini, per produrre delle farine di altissima qualità destinate ai prodotti simboli del made in Italy agroalimentare. Una capacità che può essere considerata come una vera e propria arte, riconosciutaci e, forse, invidiataci, nel mondo intero”.
Uno dei principali e, a tratti, pericoloso, errore degli italiani emerso dall’indagine Doxa-Italmopa è relativo alla percezione del glutine. Il 47% degli intervistati, quasi 1 italiano su 2, è convinto
che sarebbe bene eliminare o ridurre fortemente il consumo di prodotti contenenti glutine, anche per chi non è celiaco o intollerante al glutine. Nulla di più sbagliato”.
”Bisogna sfatare il mito del glutine -sottolinea la nutrizionista e divulgatrice scientifica Elisabetta Bernardi– in un settore, quello delle diete, in cui la testa conta quasi più dell’intestino, bisogna tenere bene a mente che, se non si è celiaci o se non si ha una comprovata sensibilità al glutine, non si ottiene alcun beneficio per la salute eliminandolo dalla propria dieta. Tantomeno si dimagrisce”.